mercoledì 31 ottobre 2007

da Sonata per i porci: Khalid



Quando gli iracheni ci attaccarono con le armi chimiche ero sulle montagne e, nonostante tutto, mi arrivò l’odore dolciastro di mele del gas.
Khalid faceva il contadino e quel giorno era come al solito a lavorare i campi. Fouad era andato con il trattore al villaggio: era il suo unico figlio maschio. Un gran lavoratore, con il trattore era capace in un solo giorno di dissodare ettari ed ettari di terra dove poi coltivavano il grano e i fagioli, ad anni alterni per non fare impoverire la terra. Dice Khalid che la sua era la terra più fertile di tutto il Kurdistan perché era stata baciata da Allah. Fouad morì subito, stroncato dal gas al cianuro. E con lui tutto il villaggio. Si salvarono solo quelli che, come Khalid, si trovavano tra i campi. Era la colonna della mia famiglia.
Dopo che i gas si dileguarono arrivarono i soldati vestiti con delle tute bianche. Presero la dinamite e buttarono giù le case mentre con i bulldozer spianarono tutto il villaggio. Non restava niente.
A noi fu detto di andare via.
Khalid tornò nel villaggio tre anni dopo, quando il territorio passò sotto il potere dell’Unione patriottica di Jalal Talabani. Scavò tra le rocce in cerca del figlio, Khalid voleva dargli una degna sepoltura. Lo trovò. Fouad era ancora intatto, aveva nel taschino del gilet pure le chiavi del suo trattore. Khalid non aveva neanche una fotografia insieme al figlio. Si distese accanto a lui e chiese ad un peshmerga che gliene scattasse una, con tutt’e due accanto.
Eccola, guardate come era bello mio figlio. Ed era buono, di animo nobile e fiero.

lunedì 29 ottobre 2007

Prodi appoggia la politica militarista turca contro i kurdi


IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO APPOGGIA LA POLITICA MILITARISTA TURCA CONTRO I KURDI
Roma, 26/10/2007
Comunichiamo di aver appreso con grande rammarico la dichiarazione del Presidente del Consiglio Romano Prodi riguardo le azioni militari intraprese dalla Turchia contro il popolo kurdo. Ricordiamo a tal proposito che la Turchia sta portando avanti da tempo attacchi contro i kurdi e il PKK, nonostante i numerosi cessate il fuoco unilaterali proclamati negli anni dai guerriglieri kurdi, compresso l’ultimo che risale 24 ottobre 2007.

Come comunità kurda che vive in Italia, riteniamo che la Turchia non si stia avvicinando all’Unione Europea proprio a causa dei combattimenti e delle politiche di massacro anti-kurde. Cogliamo quindi l’occasione per ricordare che il Presidente del Consiglio Turco, Erdogan, si serve di politiche militariste contro tutto il popolo kurdo, il quale certamente non dispone dei potenti mezzi militari che la Turchia utilizza nei continui attacchi a spese di un popolo i cui diritti elementari sono notoriamente negati. Vorremmo inoltre far notare al Presidente del Consiglio, che la questione kurda va affrontata con il dialogo e non con metodi militaristi adottati in questi giorni dal Presidente Erdogan. Riteniamo piuttosto che il recente evolversi della situazione sia dovuto alla stabilità e all’autonomia di cui comincia a godere la regione federale del Kurdistan iracheno, situazione non particolarmente gradita dal governo e dall’esercito turchi.

Abbiamo recepito le parole del Presidente del Consiglio Romano Prodi come un sostegno e un via libera alla Turchia affinché possa procedere con l’opera di sterminio e annientamento del popolo kurdo, in forte contrasto con il principio di pace espresso dalla Costituzione italiana che, ne siamo certi, anima anche il Presidente Prodi. Pertanto ci auguriamo con forza che nell’imminente visita di Erdogan a Roma del 7 e 8 Novembre, il Presidente Prodi possa richiamarsi e fare riferimento alla risoluzione approvata alla Commissione Esteri della Camera il 20 Dicembre 2006, che in breve impegnava il governo “a favorire in ogni modo, sia nelle sedi bilaterali sia in quelle multilaterali europee, l'avvio di un dialogo volto a promuovere lo sviluppo di condizioni idonee a garantire la conciliazione, la stabilità nel sud-est della Turchia e la soluzione politica della questione kurda e del conflitto esistente”.
da UIKI onlus

giovedì 25 ottobre 2007

ULTIM'ORA: M. OSMAN: SE I TURCHI ATTACCANO, GLI USA SI PENTIRANNO




Osman parla di pressioni Usa su Talabani per blitz basi PKK Roma, 24 ott. (Apcom) -Se le forze Usa in Iraq parteciperanno ad operazioni militari congiunte con l'esercito turco contro le basi dei ribelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), "se ne pentiranno", perchè "troveranno l'ostilità della popolazione curda non solo in Turchia ma anche in Iraq". Lo ha detto ad Apcom il leader curdo Mahmoud Osman assicurando l'esistenza di "forti pressioni dell'amministrazione Bush sui leader curdi " iracheni, Jalal Talabani e Massud Barzani perché siano sostegno a "commando Usa e turchi contro le postazioni dei ribelli curdi sul monte al Qindil" nel Kurdistan iracheno. Osman, deputato nel parlamento di Baghdad, precisa di non parlare a nome del presidente Talabani, né di Barzani, ma si è detto convinto che i due leader curdi "non accetteranno mai di accogliere le richieste Usa di scontrarsi con i combattenti curdi", proprio perchè "sono consci che il fine vero delle minacce della Turchia è in realtà provocare una guerra tra curdi ". Una eventualità che, secondo i calcoli dei militari turchi "manderebbe in fumo l'eventuale creazione di uno stato curdo". "Piuttosto che fare pressioni su di noi - ha proseguito l'anziano leader curdo - gli americani se vogliono davvero superare questa crisi e risparmiare ulteriori focolai di tensione nell'area, farebbero bene a fare pressione sul governo di Ankara perché proclami un'amnistia generale e incondizionata per i combattenti curdi. Noi (i curdi iracheni ndr) faremo da garanti per il rientro a casa di gran parte dei miliziani del Pkk che sono oggi nel Kurdistan iracheno".

mercoledì 24 ottobre 2007

L'iprite è uno dei gas impiegati per la guerra chimica; è conosciuto anche come gas mostarda



Chimicamente è un solfuro di dicloro-etile, liquido di color bruno-giallognolo, dal caratteristico odore di aglio o senape, abbastanza stabile all'aria, con elevato punto di ebollizione e bassa pressione di vapore; anche il punto di fusione è basso; si tratta perciò di una sostanza assai persistente.L'iprite è un vescicante d'estrema potenza: possedendo la spiccata tendenza a legarsi alle molecole organiche. L'iprite è liposolubile e penetra in profondità nello spessore della cute; dopo che gli strati superiori, ancora sani, sono andati incontro al fisiologico ricambio, si presentano sulla superficie cutanea le cellule colpite e non proliferanti, cosicché si aprono devastanti piaghe. Concentrazioni di 0,15 mg d'iprite per litro d'aria risultano letali in circa dieci minuti; concentrazioni minori producono le sopracitate gravi lesioni, dolorose e di difficile guarigione. La sua azione è lenta (da quattro ad otto ore) ed insidiosa, poiché non si avverte dolore al contatto. È estremamente penetrante ed agisce sulla pelle anche attraverso gli abiti, il cuoio e la gomma.In caso di esposizione a dosi molto elevate provoca danni gravissimi all'apparato respiratorio ed all'apparato ematopoietico. Sono descritte anche forme di cheratite. La morte può sopraggiungere in tal caso in una settimana circa, a causa di un'immunodepressione acquisita per leucopenia, e secondariamente per le lesioni cutanee, che aprono la porta ad infezioni diffuse.L'unica terapia è quella sintomatica in camera sterile, al fine d'evitare le infezioni che risulterebbero altrimenti letali; gli scampati presenteranno per tutta la vita estese cicatrici deturpanti. Scarsa utilità mostra la terapia contro le grandi ustioni, a base di medicazioni sterili (non con sostanze oleose o con unguenti); solamente nelle lesioni oculari la vaselina sterile è idonea ad evitare le sinechie dopo blefarospasmo reattivo. Per distruggere l'iprite sul terreno o sugli oggetti si ricorre al cloruro di calce; per la sua eliminazione dalla pelle sono utili ripetuti lavaggi con alcool, etere, benzene, acetone, acquaragia, permanganato di potassio, ipocloriti (varichina inclusa). (da Wikipedia)


L'Iprite è stato usato da Saddam contro i kurdi ad Halabja nel 1988. Chi glielo ha fornito?

I kurdi: pronti a una tregua (Orsola Casagrande, Il Manifesto 23/10/07)

Ma il premier Erdogan: andremo fino in fondo. Otto militari di Ankara catturati dal Pkk. L'Europa con la Turchia

Quella di ieri è stata una giornata di frenetiche trattative. E si è conclusa con l'offerta di un cessate il fuoco temporaneo da parte del Pkk. Se la Turchia smetterà di attaccare le nostre postazioni, dicono sostanzialmente i guerriglieri, gli scontri si fermeranno e ci sarà spazio per un'iniziativa di pace. I kurdi del partito dei lavoratori, ricordando di aver già in passato dichiarato tregue, hanno ribadito ieri di essere «sempre stati pronti per il dialogo. Siamo pronti a unirci a un processo politico se la Turchia ce ne darà l'opportunità».Tecnicamente il Pkk non aveva mai interrotto la tregua dichiarata più di un anno fa, anche se da qualche mese aveva ripreso quella che definisce «difesa attiva». Di fronte ai continui attacchi dell'esercito, i guerriglieri hanno cioè deciso di rispondere al fuoco. (...)
www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/23-Ottobre-2007/art23.html

martedì 23 ottobre 2007

da Sonata per i porci:



Quando Donna Margherita morì, la Braciera rise, rise di gusto, rise di gioia, rise sino a piegarsi sul ventre grasso, rise sino a stravaccarsi per terra in uno spasmo. Urinò sangue per due giorni. Dovettero chiamarle un medico per una visita d’urgenza. La degenza le impedì di poter ballare al funerale ma non di cinguettare in coda al corteo.

«Pronti a entrare in Nord Iraq»


L'esercito di Ankara prepara un'offensiva nel nord del paese vicino. Ufficialmente, per combattere il Pkk. Ma molte altre sono le poste in gioco
Orsola Casagrande
Il Manifesto, 10 ottobre 2007

dal poema Khaibar di Mohammed Reza Abdol-Malakian

Fummo bruciati come germogli di piante
tra le correnti di velenosi venti
mostrammo le nostre ferite terrificanti
da una parte del mondo all’altra.
Ma gli occhi ingiusti del mondo
non si sono mai aperti sul destino degli oppressi.
Il mondo confina unicamente con sé stesso in un falso pentimento
E ancora una volta noi diventammo obiettivi e sempre più mucchi di martiri
Noi fummo bersaglio di bombardamenti velenosi
Noi fummo bersaglio di bombe distruttive
Noi restiamo i più oppressi del mondo.
Risorgemmo da tonnellate di detriti
ci alzammo dalla terra ormai avvelenata
cercando di sopravvivere e combattere
credeteci, gente del domani
credete in questa storia e imparatene la lezione
imparate come combattere l’oppressione.

dal poema Khaibar di Mohammed Reza Abdol-Malakian

Incipit

La Germania è un posto triste. E Wermelskirchen è un lacrimatoio.
La Germania è una robusta toilette di acciaio incrostata di nazismo e stinchi di maiale mal digeriti, che rendono ancora più putride le fogne.
La Germania è una colonia penale, puzza di fiumi inquinati e fabbriche belliche di reagenti chimici.

Pare che il Padreterno strizzi piccioni per divertirsi a vedere come ci cagano addosso. Forse per questo li ha fatti più simili a clisteri o a sacche da pasticciere, pronte a decorare di guano nerobianco il mondo dabbasso.
È una solita notte di gennaio di cui si potrebbe fare a meno, di tormento diffuso e stelle ficcanaso. Il freddo ha appannato....

4° movimento: Ad ammazzare porci (Halabja 1988)