
Quando gli iracheni ci attaccarono con le armi chimiche ero sulle montagne e, nonostante tutto, mi arrivò l’odore dolciastro di mele del gas.
Khalid faceva il contadino e quel giorno era come al solito a lavorare i campi. Fouad era andato con il trattore al villaggio: era il suo unico figlio maschio. Un gran lavoratore, con il trattore era capace in un solo giorno di dissodare ettari ed ettari di terra dove poi coltivavano il grano e i fagioli, ad anni alterni per non fare impoverire la terra. Dice Khalid che la sua era la terra più fertile di tutto il Kurdistan perché era stata baciata da Allah. Fouad morì subito, stroncato dal gas al cianuro. E con lui tutto il villaggio. Si salvarono solo quelli che, come Khalid, si trovavano tra i campi. Era la colonna della mia famiglia.
Dopo che i gas si dileguarono arrivarono i soldati vestiti con delle tute bianche. Presero la dinamite e buttarono giù le case mentre con i bulldozer spianarono tutto il villaggio. Non restava niente.
A noi fu detto di andare via.
Khalid tornò nel villaggio tre anni dopo, quando il territorio passò sotto il potere dell’Unione patriottica di Jalal Talabani. Scavò tra le rocce in cerca del figlio, Khalid voleva dargli una degna sepoltura. Lo trovò. Fouad era ancora intatto, aveva nel taschino del gilet pure le chiavi del suo trattore. Khalid non aveva neanche una fotografia insieme al figlio. Si distese accanto a lui e chiese ad un peshmerga che gliene scattasse una, con tutt’e due accanto.
Eccola, guardate come era bello mio figlio. Ed era buono, di animo nobile e fiero.
Khalid faceva il contadino e quel giorno era come al solito a lavorare i campi. Fouad era andato con il trattore al villaggio: era il suo unico figlio maschio. Un gran lavoratore, con il trattore era capace in un solo giorno di dissodare ettari ed ettari di terra dove poi coltivavano il grano e i fagioli, ad anni alterni per non fare impoverire la terra. Dice Khalid che la sua era la terra più fertile di tutto il Kurdistan perché era stata baciata da Allah. Fouad morì subito, stroncato dal gas al cianuro. E con lui tutto il villaggio. Si salvarono solo quelli che, come Khalid, si trovavano tra i campi. Era la colonna della mia famiglia.
Dopo che i gas si dileguarono arrivarono i soldati vestiti con delle tute bianche. Presero la dinamite e buttarono giù le case mentre con i bulldozer spianarono tutto il villaggio. Non restava niente.
A noi fu detto di andare via.
Khalid tornò nel villaggio tre anni dopo, quando il territorio passò sotto il potere dell’Unione patriottica di Jalal Talabani. Scavò tra le rocce in cerca del figlio, Khalid voleva dargli una degna sepoltura. Lo trovò. Fouad era ancora intatto, aveva nel taschino del gilet pure le chiavi del suo trattore. Khalid non aveva neanche una fotografia insieme al figlio. Si distese accanto a lui e chiese ad un peshmerga che gliene scattasse una, con tutt’e due accanto.
Eccola, guardate come era bello mio figlio. Ed era buono, di animo nobile e fiero.